Le avventure del Sig. Rossi. Assegno unico e universale negato e assegni familiari eliminati. Cosa succede dal 1° marzo 2022?

Il Sig. Rossi, soggetto invalido che vive con la mamma pensionata, si è accorto che l’INPS ha eliminato dal 1° marzo 2022 gli assegni familiari. Questo perché dalla predetta data è entrato ufficialmente in vigore l’assegno unico e universale. Dunque, il Sig. Rossi si reca presso il suo CAF di fiducia per fare domanda di assegno unico e universale. L’istanza, però, gli viene respinta perché il Sig. Rossi percepisce una pensione d’invalidità pari a 660 euro mensili, superando così – a detta del CAF – il limite di reddito annuale per considerare un figlio “a carico”.

Ma è davvero così? Ha ragione il CAF? Come stanno realmente le cose?

Il D.Lgs. 21 dicembre 2021, n. 230, che ha introdotto l’assegno unico e universale per i figli a carico, a decorrere dal 1° marzo 2022, è un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio minorenne a carico:

  • fino alla maggiore età;
  • fino al compimento dei 21 anni di età al ricorrere di determinate condizioni.

Inoltre, esso è riconosciuto anche per ogni figlio a carico con disabilità senza limiti di età.

Ma cosa s’intende per figlio a carico?

Per figli a carico, ai sensi dell’art. 1, co. 2, del D.Lgs. n. 230/2021, si intendono semplicemente quelli facenti parte del nucleo familiare indicato a fini ISEE, in corso di validità, calcolato ai sensi dell’art. 7 del Dpcm 5 dicembre 2013, n. 159.

A nulla rileva, in tale circostanza, l’articolo 12, comma 2, del Tuir (Dpr. n. 917/1986), che considera fiscalmente a carico i figli che abbiano un reddito non superiore a 4.000 euro, ovvero a 2.840,51 euro nel caso di figli di età superiore a 24 anni.

Quindi, in altre parole, è sufficiente che l’interessato sia indicato nell’ISEE come componente di famiglia.

Pertanto, la risposta fornita dal CAF risulta errata e l’interessato ha diritto a ricevere l’assegno unico e universale.

Lascia un commento