Una società è proprietaria di un immobile c.d. patrimonio che è stato da poco destinato a locazione.
Detto ciò, si chiede di sapere qual è il corretto trattamento fiscale dei canoni di locazione percepiti nel corso del periodo d’imposta.
In base all’art.90 del DPR 917/86, TUIR:
I redditi degli immobili che non costituiscono beni strumentali per l’esercizio dell’impresa, ne’ beni alla cui produzione o al cui scambio e’ diretta l’attivita’ dell’impresa, concorrono a formare il reddito nell’ammontare determinato secondo le disposizioni del capo II del titolo I per gli immobili situati nel territorio dello Stato e a norma dell’articolo 70 per quelli situati all’estero. Tale disposizione non si applica per i redditi, dominicali e agrari, dei terreni derivanti dall’esercizio delle attivita’ agricole di cui all’articolo 32, pur se nei limiti ivi stabiliti.(…).
In merito alla corretta tassazione dei canoni di locazione:
- rileva il maggiore valore tra rendita catastale rivalutata del 5% e il canone di locazione (canone ridotto delle spese di manutenzione ordinaria , entro il limite del 15% del canone stesso;
- non rilevano le spese e gli altri componenti negativi connesso all’immobile incluse le quote di amm.to (circolare Agenzia delle entrate 7/e 2011).
Detto ciò, se il canone determinato in base alle suddette prescrizioni è superiore alla rendita catastale rivalutata del 5%, il reddito imponibile è rappresentato dallo stesso canone ridotto.