Aliquote IMU e autonomia comunale. Sempre da rispettare i limiti della norma primaria

Il DL 132/2023, c.d. decreto Proroghe, ha rinviato l’entrata in vigore dell’obbligo di inserimento delle aliquote IMU tramite l’applicazione presente sul portale del Federalismo fiscale.  Detto ciò al di là di questa novità, laddove il Comune nel 2024 intenda ricorre alla differenziazione delle aliquote sulla base delle fattispecie individuate dal decreto MEF del 7 luglio scorso, potrà apportare modifiche anche oltre i limiti previsti dai commi da 748 a 755, della legge n. 160 del 2019?

Come da comunicato stampa del Dipartimento delle Finanze, datato 30 novembre, il DL 132/2023, all’art.6-ter  ha spostato dal 2024 al 2025  l’obbligo di redigere la delibera di approvazione delle aliquote dell’IMU tramite l’elaborazione del Prospetto di cui all’articolo 1, commi 756 e 757, della legge n. 160 del 2019, accedendo all’applicazione informatica disponibile nel Portale del federalismo fiscale.

Dunque, a monte,  è prorogato sempre al 2025 l’obbligo di diversificare le aliquote dell’IMU utilizzando le fattispecie individuate nel decreto del 7 luglio 2023.

Dunque, per il 2024, i Comuni devono continuare a trasmettere la delibera di approvazione delle aliquote dell’IMU secondo le modalità sinora utilizzate,  vale a dire tramite l’inserimento del testo della delibera stessa nell’apposita sezione del Portale del federalismo fiscale.

Detto ciò, laddove già dal 2024 (fattibilità da confermare) il Comune intende utilizzare le fattispecie individuate nel decreto del 7 luglio 2023, le aliquote inserite dal Comune sul portale del Federalismo fiscale, devono rispettare sempre i limiti dei intervento (maggiorazione aliquote base) previsti dall’art. 1, commi da 748 a 755, della legge n. 160 del 2019.

Lascia un commento