Bonus benzina: erogabile a discrezione dell’azienda

Il Sig. Rossi ha appreso da un suo caro amico che, dato il caro benzina degli ultimi mesi, lo Stato ha previsto un buono carburante di 200 euro per i lavoratori dipendenti. Quindi, il Sig. Rossi, felice della notizia, si reca presso l’ufficio del suo datore di lavoro avanzando la richiesta di voler aderire ai voucher benzina.

Il suo datore di lavoro, però, nega la richiesta del Sig Rossi.

Chi ha ragione? È legittima la posizione del datore di lavoro?

 

Purtroppo, il Sig. Rossi non può aderire autonomamente ai buoni benzina.

Innanzitutto, si ricorda che i buoni benzina – erogabili fino ad un importo massimo di 200 euro – sono stati introdotti dal D.L. n. 21 del 21 marzo 2022, per ogni lavoratore dipendente. La misura agevolativa non è rivolta a tutti, in quanto spetta unicamente ai dipendenti di aziende private. Quindi, si tratta di un voucher che possono fornire direttamente le aziende ai loro dipendenti. In cambio il governo garantisce alle società di non pagare sul buono alcuna tassa (cioè un’esenzione su Irpef e contributi Inps).

Infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico spiega che il buono è ceduto “a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti, nel limite di 200 euro per lavoratore” che per il 2022 non concorre alla formazione del reddito. I buoni quindi sono esentasse. Questo significa che non viene calcolato all’interno dello stipendio, ma solamente come benefit extra.

Più in dettaglio, il voucher può essere erogato a tutti i dipendenti senza limiti di ruolo o reddito, sempreché il datore di lavoro abbia deciso di aderire alla misura.

In definitiva, non servirà per il lavoratore presentare alcuna domanda. Come detto, spetterà all’azienda decidere se e in che misura concedere il bonus. In altre parole, l’Esecutivo lascia direttamente alle aziende la possibilità di concedere o meno il bonus benzina ai dipendenti. Per questo non è necessaria alcuna istanza.

 

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